Sul territorio italiano si possono distinguere, sulla base dei modelli di gestione, tre grandi tipologie di ludoteche pubbliche: 

1. Ludoteche comunali gestite direttamente dall’Ente Locale.

In questo primo caso non solo lo spazio adibito a ludoteca/spazio gioco è comunale, ma lo è anche la completa gestione che viene attuata con proprio personale dipendente (ludotecari, educatori, addetti alle pulizie…).

Un caso esemplificativo di tale gestione è la ludoteca della città di Milano.

Tale ludoteca fa riferimento all’Area Servizi all’infanzia del Comune di Milano, Unità di Coordinamento dei servizi integrativi che comprendono Centri Prima Infanzia, Tempi per le famiglie, Ludoteche/spazi gioco. 

L’ufficio comunale preposto redige per ogni anno educativo un comunicato che disciplina i requisiti per accedere al servizio, i tempi e le modalità di iscrizione, i posti disponibili, i documenti necessari, i costi a carico delle famiglie, il calendario con l’indicazione dei periodi di chiusura e gli orari di apertura rispetto alle fasce di età.

I bambini vengono ammessi secondo una graduatoria e le famiglie versano ad inizio anno una tassa di iscrizione non rimborsabile e fissa.

Per approfondimento https://www.comune.milano.it/servizi/ludoteche-spazi-gioco

Talvolta è possibile che la gestione preveda anche degli organi consultivi che coinvolgono direttamente i lavoratori e l’utenza della ludoteca stessa.

Per esempio a Conegliano (Treviso) sono organi di gestione della ludoteca: il Comitato di Gestione (composto dall’Assessore di riferimento insieme ad un rappresentante del personale della ludoteca, un rappresentante dei direttori didattici, un rappresentante dei Servizi Comunali per la prima infanzia, due rappresentanti delle famiglie utenti), l’Assemblea dei ragazzi e l’Assemblea delle famiglie utenti. Il comitato di gestione ha il compito di presentare proposte in merito ad iniziative ed attività, elaborare la proposta del programma annuale che verrà poi valutata dall’Amministrazione Comunale, redigere il regolamento e confrontarsi con le due assemblee. (per approfondimento vedi regolamento Ludoteca di Conegliano,).

Sono frequenti collaborazioni con associazioni e Università.

2. Ludoteche comunali a gestione privata (privato sociale)

Si tratta della modalità di gestione più diffusa sul territorio italiano.

Sono ludoteche pubbliche, generalmente gestite da Cooperative o Associazioni che propongono il servizio agli Enti Locali.

Esempi ben radicati sul territorio sono le ludoteche di Bergamo Giocagulp-Redona e Parco Locatelli che sono gestite dal consorzio di cooperative “Solco per la città” (http://bambiniegenitori.bergamo.it/ludoteche-del-comune-di-bergamo), la ludoteca Vicolo dei balocchi della città di Bologna la cui gestione è appaltata alle Associazioni AICS, le ludoteche di Livorno (Giamburrasca, la Serra Incantata, la Ruzzeria) gestite dalla cooperativa KoalaLudo. (http://www.comune.livorno.it/educazione-scuola/ludoteche).

Le cooperative/associazioni vengono selezionate mediante bandi pubblici.

Il comune può mantenere il potere decisionale su alcuni aspetti (orari di apertura, numero di iscritti…).

Può essere appaltato l’intero servizio o solo alcuni aspetti (il personale addetto alle pulizie, gli educatori, la pubblicità del servizio, il monitoraggio del servizio…) con un’integrazione tra servizi propriamente comunali e servizi appaltati a terzi.

Ad esempio nelle ludoteche di Torino ruota sia personale educativo comunale (nella fascia oraria della mattina, spazio dedicato ai bimbi più piccoli 0-3 anni) che personale della cooperativa di riferimento (fascia oraria pomeridiana).

Anche questa tipologia di ludoteca gode di finanziamenti pubblici (statali, regionali, comunali, comunitari). 

3.Ludoteche pubbliche/comunali a gestione mista tra Ente Locale (Comune) e cittadini. 

Queste sorgono sulla base di un Patto di Collaborazione Civica tra l’amministrazione comunale e i cittadini, su proposta dei cittadini ma secondo un preciso regolamento che ogni comune può redigere, creando un modello di amministrazione condivisa basato sulla condivisione di risorse fra cittadini e amministrazione.

Il primo comune a redigere tale regolamento è stato il comune di Bologna nel 2014 su promozione di Labsus (laboratorio per la sussidiarietà) e attualmente sono 104 i comuni italiani che hanno adottato un regolamento in materia. (https://www.labsus.org/).

In tali regolamenti il comune individua gli spazi utilizzabili in tale percorso, ma l’elenco può essere esteso ad altre aree che necessitano di cura e manutenzione per essere restituite alla città.

Secondo questo modello a Lucca, l’8 dicembre 2017, ha aperto la ludoteca comunale di comunità (ludoteca Il Bucaneve di Santa Maria a Colle), realizzata in una ex scuola e restituita alla popolazione grazie al Patto di Collaborazione Civica fra il Comune stesso e i suoi cittadini. 

Più in dettaglio la storia di questo centro di aggregazione sociale e culturale è partita da un immobile comunale, una ex scuola ormai utilizzata solo come magazzino per materiale scolastico, che è rinata grazie a un Patto di collaborazione per la rigenerazione di questo immobile siglato il 23 giugno 2017 . A partire dal mese di ottobre dello stesso anno le chiavi di questo immobile sono state consegnate al gruppo di cittadini attivi firmatari del patto che grazie ad una collaborazione con tutte le realtà del territorio (associazioni, cooperative e privati cittadini) e mediante un’assemblea condivisa e in presenza degli Assessori di riferimento hanno definito un regolamento per il funzionamento del luogo che nel frattempo e grazie al lavoro volontario dei cittadini era stato reso agibile (sgombero dei materiali inutilizzabili, donazioni per i nuovi arredi, pulizia).

Il regolamento dei patti di Collaborazione consente infatti non solo al comune di destinare una parte delle risorse di bilancio quale forma concreta di sostegno materiale, ma anche forme di autofinanziamento e il ricorso a bandi privati (fondazioni bancarie) e pubblici (finanziamenti statali per il Terzo Settore) per il recupero di fondi per la rigenerazione, il mantenimento e la gestione del bene comune prescelto.

(https://www.labsus.org/2018/07/storia-di-un-magazzino-che-diventa-luogo-di-comunita/).

A Cortona gli studenti di un Istituto professionale per i servizi sociali hanno collaborato con il Comune e con una cooperativa per la realizzazione della ludoteca “La torre gioconda” già nel 2015. Gli studenti sono stati coinvolti in tutte le fasi del progetto (studio dei piani di fattibilità, costi, normative, allestimento finale della ludoteca, ma anche per svolgere le ore di tirocinio del proprio corso di studi.)

(https://www.labsus.org/2015/07/progettazione-partecipata-ludoteca-di-cortona/).

Anche il comune di Trento, a partire dal mese di aprile 2019, ha scelto di perseguire felicemente la strada dell’amministrazione condivisa. In questo caso un gruppo di cittadini si è reso disponibile per assicurare l’apertura e la chiusura della biblioteca/ludoteca Bilu, per fare in modo che essa diventasse uno stabile punto di incontro e relazione per tutti i cittadini del quartiere. Anche in questo caso è stato siglato un Patto di collaborazione.

Il comune di Pavia ha redatto il suo regolamento nel mese di giugno 2016 rendendo questo percorso possibile anche per la nostra città.

(https://www.comune.pv.it/site/home/aree-tematiche/pari-opportunita-politiche-dei-tempi-volontariato-politiche-sociali/beni-comuni.html)